Se ne parla dallo scorso ottobre ma ora la situazione è peggiorata: negli ultimi mesi la scarsa disponibilità di alcune materie prime – fondamentali per molte aziende edili – e l’oscillazione dei prezzi, che in alcuni casi sono persino raddoppiati, sta causando disagi e rischia di mettere in ginocchio un settore già gravato dalla pandemia e da anni di crisi. L’allarme di Anima Confindustria
Scarseggiano alcune materie prime fondamentali in edilizia, parliamo in particolare di acciaio, metalli non ferrosi, plastica, polimeri e altri materiali chimici e i loro prezzi da mesi oscillano con aumenti spropositati, senza che si riescano a fare previsioni per il futuro. Una situazione esacerbata dalla pandemia, ma l’allarme del comparto non può essere inascoltato.
Anima Confindustria nel corso di un webinar organizzato nei giorni scorsi e dedicato proprio all’oscillazione dei prezzi delle materie prime, ha presentato i dati elaborati dal proprio Ufficio Studi in collaborazione con Achille Fornasini, professore di Analisi tecnica dei mercati finanziari dell’Università degli Studi di Brescia, volti a comprendere le ragioni della crisi, immaginando il possibile impatto sul comparto.
Il vicepresidente di Anima Confindustria, Pietro Almici ha sottolineato che i continui e imprevedibili rincari delle materie prime “con prezzi che variano di giorno in giorno, unitamente alla scarsità di offerta, stanno creando grande incertezza e difficoltà nelle aziende manifatturiere. Come associazione di rappresentanza della meccanica non possiamo che rimarcare la grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi iniziato già da ottobre scorso, che si è particolarmente acuito in questi primi mesi dell’anno”.
I dati confermano lo sbilanciamento del mercato caratterizzato da un significativo aumento della domanda, cui corrisponde una scarsa offerta.
Nei prossimi mesi nonostante l’auspicata ripresa economica, il prezzo delle materie prime continuerà ad essere un nodo importante. Le stime dicono che per esempio il rame potrebbe raggiungere il massimo storico già nei prossimi mesi. Mentre i prezzi del petrolio, dopo il crollo del 2020 (-68%) cui è seguita una forte ripresa (+203%), potrebbero assestarsi tra i 60 e i 75 dollari al barile.
Non ci si aspetta un calo nei prossimi mesi dei prezzi dell’alluminio e dei prodotti piani d’acciaio, che da gennaio hanno subito un aumento rispettivamente del 18% e del 40%.
Inoltre la scarsità dell’offerta è stata aumentata anche dalla ripresa economica di Cina e mercato asiatico in generale, iniziata prima rispetto a Europa e Nord America, che hanno fatto scorte strategiche di diverse commodity già durante il 2020.
Maurizio Tansini, presidente di Aisem/Anima commenta che “il settore della movimentazione delle merci è uno dei comparti più colpiti a livello mondiale, con cali significativi di margini o fatturati”. A peggiorare la situazione è l’incertezza sul futuro. “Per fronteggiare questa emergenza sono necessari non solo piani di supporto agli investimenti strutturali, di cui la meccanica ha bisogno, ma anche un piano strategico che non ci faccia più trovare in una condizione per cui, pur essendo una delle prime dieci economie al mondo, subiamo le influenze esterne”.
Fabrizio Leoni presidente di Aqua Italia/Anima ha sottolineato che l’aumento dei prezzi delle materie prime e la loro scarsità stanno naturalmente incidendo sui costi di produzione che le aziende devono sostenere. Una situazione aggravata dal fatto che “in Europa non abbiamo impianti sufficienti per la produzione dei polimeri necessari alla produzione della plastica e ci troviamo costretti ad importare enormi quantità di materia prima. L’Italia è il primo paese trasformatore di materiale plastico in Europa dopo la Germania ed è evidente che più di altri paesi stiamo fortemente soffrendo questa situazione”.
Anche il settore ceramico recentemente ha registrato forti rincari dei prezzi delle materie prime con ovvie conseguenze a livello di competitività delle imprese. Oltre ai rialzi dell’energia, un’indagine condotta tra le aziende ceramiche italiane mostra un aumento del prezzo del pallet di più del 30% e delle materie prime – feldspato e caolino – tra il +8 ed il +12%.
Sul fronte dei noli marittimi le aziende denunciano, oltre all’aumento dei costi (fino al +80-100% nelle rotte verso il Nord America), gravi carenze nella disponibilità di container, che creano difficoltà nella programmazione delle spedizioni.
FONTE : https://www.infobuild.it/2021/05/rincaro-materie-prime-impatto-edilizia/